In prima abbiamo lavorato sul libro di L. Sepulveda "La gabbianella e il gatto". Abbiamo letto in classe alcuni passaggi del racconto e i bambini hanno visto il film di Enzo D'Alò. Ne sono nati un libro e uno spettacolo teatrale che abbiamo ripreso e trasformato in video.
Copione dello spettacolo
“La gabbianella e il gatto”
I due topini
recitano in girotondo:
Gatto che ha fame mangia
di nuovo
apre il frigo e trova un
uovo
uovo di gatto
gatta ci cova
gatto un pò matto che
cova le uova
corri vicino, vola
lontano
l'uovo si rompe
appare ……………..un
gabbiano.
Narratore: C’era una volta un gatto nero grande e
grosso che si chiamava Zorba.
Quel
giorno a casa di Zorba c’era una gran confusione, perché il suo padroncino
stava partendo per le vacanze con la famiglia.
Zorba
sarebbe rimasto in casa da solo per alcune settimane, ma ben accudito da un’
amica di famiglia che non gli avrebbe fatto mancare nulla.
Narratore: Quello stesso giorno, nel cielo della
città di Amburgo era giunto uno splendido stormo di gabbiani in cerca di
aringhe e di uno scoglio in cui nidificare.
I
gabbiani si lanciavano in picchiata e bucavano l’acqua come frecce e quando
risalivano a galla ognuno stringeva un pesce nel becco.
Gabbiano 1: Ora si che si ragiona! Ci voleva
proprio una bella scorpacciata di aringhe!
Gabbiano 2: Guarda laggiù ne vedo un altro
banco…..
Gabbiano 3: Pericolo a dritta! Decollo
d’emergenza!
Gabbiano 1: Ma che succede capo? Accidenti, ora
la vedo, è una terribile macchia di petrolio!…
Gabbiano 2: Presto allontaniamoci! Ma quella è
Kengah, è rimasta in acqua, dobbiamo aiutarla!
Gabbiamo 3: Non possiamo fare niente per lei. La
peste nera farebbe morire anche noi… Presto allontaniamoci!
Kengah: Ma cosa mi succede, cos’è questa
sostanza appiccicosa e puzzolente che mi incolla le ali.
O
mio Dio deve essere quel maledetto petrolio!Come faccio ora. Non voglio morire
qui, voglio deporre il mio uovo…..Devo farcela. (Si leva a fatica in volo ed
esce di scena)
Narratore: La povera gabbiana riuscì a riprendere
il volo, ma sentiva ali sempre più pesanti, finchè non precipitò proprio sul
balcone del gatto Zorba il quale stava sonnecchiando al sole.
Zorba: Ma che razza di coso è questo? E’
tutto molle, nero e puzzolente…. Ma si muove, pare un uccello…. Ehi,tu! Che ti
è successo? Io vorrei pure aiutarti, ma non so come….Vado a chiedere aiuto…
Kengah: No ti prego aspetta! Io sto per
morire, ma prima voglio deporre il mio uovo.
Amico
gatto, si vede che tu sei un animale buono e generoso. Per questo ti chiedo di
farmi tre promesse. Mi accontenterai?
Zorba: Ti prometto quello che vuoi.
Kengah: Promettimi allora che non mangerai
l’uovo.
Zorba: Va bene, lo prometto
Kengah: Promettimi che ne avrai cura finchè
non nascerà il piccolo
Zorba: Va bene, lo prometto
Kengah: Promettimi che gli insegnerai a
volare
Zorba (al pubblico) Ma questa è
completamente pazza! Va bene prometto. Ma ora vado a cercare aiuto
Narratore: Zorba corre a chiedere consiglio
ai suoi due amici Segretario e
Colonnello. Racconta della povera gabbiana che tutta sporca di una strana
sostanza appiccicosa, era precipitata sul suo balcone e delle tre promesse che
lui le aveva fatto.
Colonnello: Ma che razza di promesse, tu sei
matto caro Zorba, ti sei cacciato in un bel guaio!
Segretario:
E mo come devi fare, tu sei un gatto, mica voli!
Colonnello: - Vediamo, vediamo che si può fare … ecco, quasi ci sono. (rivolto al pubblico) E adesso che gli dico, non ne ho la più pallida idea.
Segretario: - Signore, si potrebbe andare
all’Accademia di Diderot.
Colonnello: - Come al solito Segretario, mi togli il miagolio di bocca. Lo stavo dicendo, che diamine!
Segretario: - È vero signore, scusi signore.
Gattino: - Colonnello, lei ha avuto una splendida idea; andiamo da Diderot. Lui vive tra i libri e studia tutto il giorno, sicuramente troverà il modo per aiutare Zorba.
(escono tutti)
Colonnello: - Come al solito Segretario, mi togli il miagolio di bocca. Lo stavo dicendo, che diamine!
Segretario: - È vero signore, scusi signore.
Gattino: - Colonnello, lei ha avuto una splendida idea; andiamo da Diderot. Lui vive tra i libri e studia tutto il giorno, sicuramente troverà il modo per aiutare Zorba.
(escono tutti)
Narratore: Il
gatto Diderot viveva nel bazar di un vecchio marinaio, una specie di negozio
dove si trovava di tutto, anche vecchi libri ed enciclopedie per conoscere
tutti i segreti del mondo. Diderot era diventato così un gatto molto colto e
sapiente.
Diderot ascoltò con attenzione il racconto di Zorba, poi iniziò a
consultare i suoi enormi libroni
Diderot: Vediamo….gabbiano,
petrolio…..dobbiamo cercare i volumi sette e sedici della mia enciclopedia!
Colonnello: E allora vediamo questa
emplico…..empico.. hem,hem
Segretario: En-ci-clo-pe-dia, Colonnello
Colonnello: Proprio quello che stavo
per dire. Proprio non sa resistere alla tentazione di togliermi i miagolii di
bocca?
Narratore: Fu così che Zorba e i suoi
amici gatti capirono cosa dovevano fare per salvare la povera gabbiana, ma
quando arrivarono sul terrazzo era ormai troppo tardi: la gabbiana era morta e
vicino al suo corpo videro il piccolo uovo.
Narratore: A Zorba non resto che
mettersi a covare l’uovo. Si sentiva ridicolo, pensava a quanto lo avrebbero
preso in giro tutti i gatti del quartiere. Ma una promessa è una promessa e
così, quella notte si addormentò con il piccolo uovo stretto contro il suo
pancione nero.
Zorba: ma quanti giorni saranno
passati da quando ho cominciato a covare l’uovo, possibile che ancora non si
schiude?
Bubulina: Miao Zorba sono passata
per sapere se ti va di fare un giro al porto con me.
Zorba: Oh miao a te Bubulina, purtroppo non posso proprio muovermi
oggi
Bubulina: Vedo, vedo, ma che ti
sta capitando Zorba? Non ti si vede in giro da settimane! Sicuro di sentirti
bene?
Zorba: Ma certo, certo fra
qualche giorno sarò come nuovo, spero.
Bubulina se ne va.
Narratore: Quella sera stessa Zorba
fu svegliato da un solletichio alla pancia. Prese in mano l’uovo e vide
che un capino bianco stava uscendo fuori
dal guscio. Zorba diventò viola per l’emozione
Gabbianella: Mamma, mamma! Ho fame,
ho fame!
Zorba agitato: Facile a dirsi,
ma cosa possi darti? Ci vorrebbe del pesce, ma il mare è lontano…..Una mela?
No, troppo grossa, aspetta ti catturo qualche mosca.
Narratore:Il povero Zorba ebbe un
gran da fare nei giorni succesivi . Dovette difendere il pulcino dalle
aggressioni di altri gatti che volevano mangiarselo. E poi bisognava
procurargli del cibo e infine ci si misero anche i topi:
Gabbianella: Mamma aiuto volevano
mangiarmi!
Topo 1: Mangiarci suo figlio Hi
Hi hi, ! Nossignora, niente affatto
Topo2: Siamo vegetariani,
signora. Hi hi hi Vegetariano stretti.
Zorba: Non sono una signora,
idioti e quello è un piccolo di gabbiano!
Narratore: Zorba e i suoi amici gatti
decisero di dare un nome al pulcino; prima però dovevano stabilire se fosse
maschio o femmina così chiesero il parere di un vero esperto, Sopravvento un
autentico gatto di mare, con tanta esperienza in animali marini. A lui
raccontarono la storia della gabbiana e del petrolio.
Sopravvento:
Per
l’inchiostro del calamaro!Gli uomini sono forse impazziti? Perché mai vogliono
trasformare questo meraviglioso oceano in un immondezzaio?
Diderot : Terribile, terribile,
se continuano così tra poco per spiegare la parola inquinamento ci vorrà un
volume intero!
Sopravento : fatemi vedere il
pulcino e vi dirò se è maschio o femmina(Esamina un po’ la faccina del
pulcino)…Per le zampe del granchio è una femmina e da grande deporrà tante
uova!
Colonnello: Bene potremmo chiamarla
Fortunata, visto che ha avuto la fortuna di incontrarci.
Sopravvento: Per il fegato del
merluzzo è un bellissimo nome!
Narratore: Fortunata crebbe in fretta
grazie all’affetto del buon gatto Zorba e dei suoi amici. Divenne in pochi mesi
una splendida gabbiana dalle penne argentate.
Zorba: Bene, ora non ci resta
che insegnarle …….a volare
Fortunata: E perché devo volare?
Diderot: Perché sei una gabbiana e
i gabbiani volano!
Fortunata: Ma io non voglio volare,
non voglio essere una gabbiana, voglio essere un gatto e i gatti non volano!
Zorba: Ma tu non sei un gatto!
Tu sei una bellissima gabbiana e per questo noi ti vogliamo ancora più bene!
Fortunata: Ma io ho paura di volare!
Zorba: Io ti aiuterò e ti starò vicino. L’ho
promesso a tua madre.
Narratore: Più facile a dirsi che a
farsi! Come può, un povero gatto che non sa volare a insegnare il volo a un
gabbiano?
Diderot consultò la sua enciclopedia cercò di spiegare a Fortunata
come volare.
Così Fortunata tentò di
spiccare il volo per ben 17 volte, ma per ben 17 volte finì a terra.
Narratore: Non restava che chiedere
l’aiuto di un essere umano, ma ai gatti era vietato parlare agli uomini:
bisognava trovarne uno davvero speciale. Il padrone di Bubulina, che era un
poeta, sembrava la persona giusta.
Bubulina: Vieni Zorba, ecco il mio
padrone.
Zorba (al poeta): Ho bisogno del
tuo aiuto per far volare una gabbiana che abbiamo allevato noi gatti.
Poeta: Ma tu parli!
Zorba: Non parlo, miagolo nella
tua lingua. Allora posso avere il tuo aiuto?
Poeta: Certo stanotte stessa
faremo volare la tua gabbiana.
Narratore: Piovigginava. Il poeta con
in braccio Fortunata, Zorba e Bubulina
salirono sul campanile della chiesa. Fortunata era terrorizzata.
Fortunata: No,ho paura, Zorba,
Zorba!
Zorba: Adesso volerai non
temere.
Fortunata. Sei un gatto buono. Non
ti dimenticherò mai!
Zorba: Coraggio, vola!
Narratore: Fortunata finalmente
spiccò il volo .
Zorba la vide allontanarsi con le lacrime agli occhi per la gioia.
Il gatto dal cuore grande era riuscito a mantenere la sua
promessa.
MARIA LORUSSO
Il libro realizzato con i disegni dei bambini
Ecco alcune colonne sonore del video: